STORIA DEL TRACCIATO “EX FERROVIA”
Un tappeto bianco a Cortina
Era la sera del 13 marzo 1962, una domenica come tante. Il treno che per anni faceva la spola tra Cortina d’Ampezzo e la perla dell’Alta Pusteria, Dobbiaco, rientrava mestamente nei depositi ferroviari della località bellunese, e per quelle magnifiche carrozze trainate da una potente motrice a vapore, era giunta l’ora della “cessazione di servizio”. Brutta definizione, ma tant’é.
Oggi, e sono passati quasi quarant’anni, di quella leggendaria ferrovia non resta nulla, se non quel meraviglioso tracciato scavato tra rocce e congiunto da ponti mozzafiato su orridi da incorniciare, che negli ultimi decenni ha vissuto una seconda vita.
Smantellati i binari e archiviato il vecchio “cavallo di fuoco”, la sede stradale della ferrovia è rimasta come naturale via di collegamento “diportistico” tra le due località. Pista affollata durante l’inverno dai numerosi fondisti che la frequentano scivolando sulla neve quasi sempre presente in abbondanza, mentre nel vivo delle stagioni del caldo sole percorso per gli escursionisti e i bikers che fuggono dalla canicola della pianura per scoprire un itinerario molto affascinante.
Dunque un itinerario di grande attrattiva che vale la pena di mettere in agenda, soprattutto ora che il tratto bellunese, quello che porta da Fiames nei pressi di Cortina fino a Cimabanche, ha subito un completo restyling. Da anni si sentiva l’esigenza di trasformare e lavorare il fondo di questo tratto spianandolo dalle piccole ma numerose asperità che la sede dei binari ha lasciato.